OPN, Autechre e i cinquantenni merdosi del futuro.

Oggi mi sono svegliato di buona lena, ho fatto colazione, ho acceso il computer, ho messo YouTube e via… no, non gliela faccio: dopo manco mezzo minuto spengo sto video che mi spinge l’ultimo grande strombazzato disco de OPN per gli amici Oneohtrix Point Never. Colui che chissà che cazzo s’è inventato che pare boh, quasi Bach dei nostri tempi che se lo spingono abbestia. Io in realtà non l’ho mai sopportato manco quando faceva noise, quando era diciamo sperimentale: l’ho visto pure dal vivo e non me diceva un mezzo cazzo. Quando faceva la roba tipo Satie me pareva na copiazza della roba tipo Satie di Aphex Twin, pure quella scopiazzata. Poi quando è diventato da Lopatin a OPN, ho ascoltato il tanto pubblicizzato L Plus Seven e mi sono detto ma che cazzo è sta roba? Un remake delle cose fine anni 80 elettroniche stile Art Of Noise? Ma Nona Hendrix ce l’hanno presente questi oppure no? Me sa di no, i sedicenti critici se magnano la merda che altri hanno rimagnato e ricacato e sono felici. Questo è il caso di OPN, che alla fine campa di concept: ogni disco c’ha na cazzata nuova, l’anno scorso c’era quella del neo medioevo digitale con i computer che una volta estinto l’uomo cercano di ricostruire la sua storia i suoi costumi ecc ecc, mo c’ha questo, un omaggio alle radio americane, al viaggio in macchina con lo stereo a cannone sulla stazione FM, che poi si trasforma in un film on the road lisergico. Beh niente da dire sui concept, sicuramente ben congegnati: però, diocane, ci rendiamo conto che quello che spaccia sono frammenti rubati da na parte e dall’altra?

Su Age Of c’erano dei pezzi che parevano i Pink Floyd di A Momentary Lapse of Reason, qua il primo singolone vede uno scippo addirittura a Phil Collins di “Another Day in Paradise” (per non parlare di stracitazioni de quella stracciacazzi de Enya). Poi piglia tutto e lo infila in un pitch digitale che te smarmella senza però toccare l’altezza, ce butta tonnellate de chorus e flangeroni per dargli quella apertura lisergica ed ecco fatto, eccote la COMPOSIZIONE. Cioè, niente in contrario, alla fine fai sta cosa, è la cosa tua sticazzi, va bene pure che c’avevi i soldi e un padre col Juno della Roland quando all’epoca ce se poteva permette massimo un Portasound o un Casietto usato, passi pure che s’è fatto la scuola d’arte privata quindi ecco un grande working class hero costui, va bene pure che sia un grandissimo arrivista che  – testimonianze alla mano – non faceva che cacà er cazzo a tutti per farsi pubblicare ovunque e alla fine ce l’ha fatta – ovviamente – ad arrivare in alto che chissà quante scarpe ha fatto ai suoi colleghi, ma la sua forza non è il contenuto quanto il pacchetto. Perché a sto punto scusa che te costa campionare direttamente? Non è il problema del plagio e del rubare, ma è come lo si fa, abbello ma che te credi che non t’ho sgamato? Vabbé OPN tu sta cosa non la vuoi fare, vuoi lavorare di superficialità e farcela passare come roba profonda, ok va bene nessuno te dice un cazzo sono libero di ascoltarti come di non farlo e tra l’altro alla fine sto nuovo corso è pure niente male se paragonato alla roba che facevi prima, solo che poi a un certo punto le mie orecchie dicono porca madonna, io ce provo a crederti ma poi me piazzi sempre la sgommata de merda in qualche padiglione auditivo. Te ricordi quando rubavi ai poveri (Passenger of Shit) per dare ai ricchi (Warp)? Te pare giusto fa il grind digitale blast facendo er vago come se fossi il primo a osarlo? La cosa che però mi inquieta non è lui, ma è tutto sto seguito, che non è riferito solo a lui ma anche ad altri personaggi della musica sia elettronica che non. Una sorta di demenza senile rispetto a un atteggiamento che io chiamerei quello da cinquantenni del futuro.

Si perché se avete presente i meme dei cinquantenni, quei buongiornissimi senza cervello, quelle accozzaglie de immagini messe insieme col frullatore senza un minimo di gusto, ecco riportateli nella musica e troverete – al posto dei vari commenti “buongiorno” “buongiorno a te grazie” “buongiorno e buona cena” “buonanotte”, tutta una serie di elucubrazioni inutili e inutilizzabili sul disco di turno che appunto abbaglia la generazione che va dai 30 verso la fine dei 40, la quale ovviamente è abbagliata perché sta roba gli ricorda i tempi andati, li rassicura, gli mette le pantofole al cervello.

Vedi i grandissimi botta e risposta su Sign degli Autechre, roba che i diretti interessati se li leggessero rimarrebbero stupiti dicendo si ok, ma anche sticazzi a noi ce piace fa questo. Che poi ecco almeno gli Autechre non fanno promozione più di tanto, diverso è per gente come appunto OPN che te riprende tutto er trash anni novanta,  il caro amico Lorenzo Senni che te fa la trance solo con gli arpeggiatorini, Caterina Barbieri che con un modulare de settantamila euro ci fa due scoregge,  e per dirne uno che ultimamente ha suscitato un vespaio Bianconi dei Baustelle, personaggio che ha avuto il coraggio di definirsi coraggioso solo perché imita De Andrè a stecca addirittura rubandogli le corde vocali (forse ha fatto un’ operazione apposta) in un periodo in cui va de moda la trap.  Cioè stamo ridotti così, con personaggi che hanno sempre detestato il pop e criticato aspramente determinate zone AOR facendo vere e proprie crociate che invece mo stanno li a sentisse tutto sto riciclo di quella che per loro era spazzatura e je dicono pure abbravi. Ripeto nulla in contrario su quello che uno vuole dire musicalmente, su quello che uno suona, non sto dicendo che non si dovrebbe fare e  non me ne frega un emerito cazzo, sono il primo ad essere criticabile anzi ME DEVONO CRITICA’ e tra l’altro mi ascolto roba anche di ultramerda tipo i Bee Gees degli anni novanta. Ma se poi se crea una roba mediatica che non è equilibrata coi contenuti allora diocane no, non ce stamo più. I diretti interessati dovrebbero dire “ao regà fermateve, me sa che state a esagerà, alla fine io faccio quattro cazzate”. Il che ci farebbe piacere a livello di onestà, come, che ne so, Jlin che a una certa ha detto alla stampa specializzata di smetterla di parlare solo di lei e di concentrarsi sui giovani emergenti che meritano visto che alla fine lei bene o male si è affermata. Ma è chiaro che c’è appunto un desiderio borghese di ascoltare roba che rassicuri, magari ricordandosi i bei tempi da pischelli quando esplodeva l’IDM o quando si andava al liceo e si sentiva “Come mai” degli 883 con quel piano digitale de merda o quando si sentiva la Goa per drogarsi e limonare e se facevano le palle di energia finta con le mani. Cioè i ventenni OPN, Autechre e compagnia cantante se li mettono nel naso pe togliesse le caccole de ketamina, non so se è chiara sta cosa. Praticamente un’operazione “non annamo da nessuna parte, però famo finta che ci stiamo evolvendo”.

Esempio di questo è il recentissimo annuncio dell’imminente uscita del nuovo James Ferraro, che da padre della vaporwave si ritrova a inseguire i nuovi capiscuola, tipo Ag Cook: quest’ultimo ha fatto uscire l’ipertrofico 7G da pochissimo, Ferraro ora pubblica ANNO 6G che praticamente boh… ma che è la saga del futuro complottista del 5G?  Insomma vi ricordate quando i gruppi prog improvvisamente arriva il post punk e si mettono a fare wave? Ecco, ora il buon James (che rispetto, figuriamoci, c’è stima tra noi) a prescindere da quella che sarà la qualità del prodotto, sembra che stia rincorrendo la concorrenza invece di pensare a cose nuove, imprigionato nelle strette maglie del concept, che appunto è sempre stata una prerogativa del prog, dei dinosauri in musica. Che Ag Cook sia fuori pericolo non è detto, in quanto a parte il suddetto disco che poi erano una cifra de pezzi il che è già prog, con Apple ha incominciato a prendere una piega fantasy che non può che farci tornare indietro ai favolosi anni Settanta. Quindi ecco, l’illusione che in questa musica ci sia solo innovazione è un po’ covid oriented come attitudine, come quando Conte ti dice tranquilli stamo a fa il possibile e poi chiude baracca e burattini che fa prima, senza risolvere un cazzo. Piaccia o meno, la situazione è una cartina di tornasole di una grossa crisi musicale in atto, e temo che andrà sempre peggio se i musicisti non prenderanno coscienza che devono lottare contro il loro stesso pubblico, mandandolo affanculo, perché non solo li rovina ma li culla in una bambagia di pisciazza. Quindi per concludere? Beh un cazzo, per concludere  vi vedo già che mi dite ma non rompere i coglioni mi sento quello che mi pare: beh ci sta, ma magari sentitevelo per i cazzi vostri chiusi in cameretta come quando c’avevate 13 anni che sennò me rompete er cazzo a me, brutti vecchiazzi boomer de merda.

PS: ecco, una cosa che di Lopatin mi piaceva era il progetto Games con il simpatico Ford, visto e sentito al Primavera Sound del 2011 se non ricordo male. In quel caso mi convinse: però me sa che ero sbronzo, voi vedè?



Demented Burrocacao è co-fondatore e CEO di Droga. Conduce Italian Folgorati per Vice, ha pubblicato, tra gli altri, l’album psichedelico Shell a nome Trapcoustic. Il suo libro Si trasforma in un razzo missile è recentemente uscito per Rizzoli Lizard.