MemeStereo 6 – Ritorno alla scimia.

Cane giallo divertente paga il suo tributo alle scimie sagge: oggi si parla di return to monke.

Return to monke, ritorna alla scimia, alerta de macaco, basicamente sono una scimmia e infine Harambe. Da anni un ospite inquietante si è insinuato nella meme culture ed è ormai pronto a rivelarsi come nostro ancestore e messia, colui che ci salverà.

Cosa sono le scimmie per noi?

Per secoli sono state considerate il nostro più prossimo parente, uno specchio sul passato interrogato da varie disciplina nel tentativo di capire cosa ci rendesse davvero umani e non semplici scimmie.

Sulla scorta delle ideologie neoprimitiviste che, come tutte le ideologie, stanno vivendo una seconda ed effimera vita nel confusionario mercato di internet, la scimia è diventata un vero e proprio personaggio sociopolitico che – alla maniera di tanti meme – parodizza e vezzeggia allo stesso tempo i seriosi assunti di anarcoprimitivisti ed ecofascisti. Il ritorno all’origine, ma l’origine primordiale, non l’antica Roma, non le civiltà della mezzaluna fertile, neanche il neolitico e neppure i cacciatori raccoglitori: l’inversione biologica dell’evoluzione verso il monke lifestyle, l’uscita posteriore del transumanesimo.

Una traiettoria che si carica di significati ulteriori all’interno della psicosfera memetica e i nostri lettori fedeli lo sanno già: abbiamo detto che Chad, la stampante che fa brrr e Cheems l’idiota sono facce della stessa medaglia, simboli della rivolta contro la razionalità occidentale. La scimia è il punto di arrivo, esplicito e comprensibile a tutti. Sotto mentite spoglie, la grande scimia ci segue da tempo ma fu un evento di cronaca a innescarne il destino: Harambe cattura un piccolo uomo per condurlo nel regno dei monke ma l’artiglieria degli uomini, frutto della loro scellerata evoluzione tecnologica, lo fredda sul colpo. Harambe diventa il nostro dio ma nessuno capisce ancora perché. Si sente, si intuisce, si prevede che Harambe è martire di qualcosa più grande, Harambe il primo metameme puro, incapace di dire altro che sé stesso. Altre scimmie seguiranno, dapprima timidamente, marcate strette dalla concorrenza di cani e gatti nell’immaginario virtuale. Ci dicono solo: basicamente sono una scimmia, mentre piccoli umani si raccolgono attorno con la speranza di ascoltare una saggezza senza tempo. Quando i tempi sono maturi, nell’anno della pandemia globale, le scimie tendono la mano alla quarta parete e finalmente parlano chiaro a noialtri troppo sordi per capirle: ritorna alla monke, vieni con noi.

Il monkeposting è un caledoscopio multimediale di scimmie che fanno cose buffe, come l’internet del 2005 o Paperissima negli anni Novanta. Ma qualcosa è cambiato: non siamo qui per deriderli, ma per imitarli.

Le scimie in azione sono il contrario della uncanny valley. Se l’incontro con il quasi-umano proveniente dal mondo inorganico come robot e bambole ci provoca disagio e paura, l’incontro con il non-ancora-umano ci riconcilia con l’essere. Delfini e polpi saranno pure i più intelligenti tra gli animali non-umani ma la loro mancanza di espressività impedisce un’empatia piena come quella che proviamo verso i terzi classificati: i primati, gli ancestori, le scimie. Intelligenti come un bambino di quattro anni ma più atletici di Yuri Chechi, i simpatici ancestori si cimentano con le cose degli umani: suonano la batteria, mangiano le schifezze, si fanno la doccia, ci tendono la mano e sfilano con le braccia al cielo vestiti da re.

Sono le scimie, sono letteralmente noi se potessimo essere completamente presenti nel momento, vivere senza retropensieri, senza autocoscienza, “tutta intelligenza” come diceva Nietzsche.

Il ritorno alla scimia è il sogno impossibile di noialtri oppressi dal sovraccarico informativo, dalla civilizzazione nevrotica, paranoica e ubiqua.

Questo pezzo fu definito rivoluzionario per la distruzione dei fondamentali del rap, la metrica resa obsoleta dalla possibilità di troncare tutte le parole su qualsiasi sillaba.

Ma sarebbe stato anche solo pensabile senza l’effetto che trasforma le voci del ritornello nello strillo della scimia? La tecnologia ha disvelato le monke dello zoo.




Alessandro Normie NON ha pubblicato La guerra dei meme (effequ, 2017); NON scrive per Esquire Italia, Il Tascabile Treccani, VICE Italia, Not e altri; NON si occupa di filosofia, cultura pop, nuovi media et cetera et cetera. Si trova qui per sbaglio, amico di amici.