Iperdenti. Episodio 15. Entra nella mia dimensione.

Romanzo suddiviso in tre parti: Altrove, Huper Vision e Iperdenti.

Genere: Fantascienza di Borgata

Il romanzo, ambientato a Roma Est, all’interno di un centro di scommesse sportive in prossimità di borgate periferiche, e scritto in prevalente accento romanesco, nel titolo allude a un gioco virtuale, nel quale vengono risucchiati i personaggi. Tean, Aida, Juri e Tim non sanno tuttavia di essere intrappolati all’interno di quel gioco, in cui accadono eventi incomprensibili. Nel gioco si sviluppa infatti la misura stessa della tridimensionalità, che gli è connaturata, per abbracciare altre dimensioni: mondi filiformi, in grado di generare altre realtà, tutte distorte. Così, nei pensieri e nelle azioni i personaggi saltano da uno stato all’altro, senza rispetto delle regole temporali. L’incomprensibilità delle azioni è frutto della logica del gioco, che invade la loro coscienza; e proietta il presente, che i personaggi vivono o credono di vivere, verso una deriva onirica e ferocemente surreale. Si tratta di un romanzo ciclico che nella sua struttura riproduce le gabbie virtuali che sono parte della condizione odierna.

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Immagini da: (H)earth di Sante Simone, collage digitale, 2020 

RV5 –  Entra nella mia dimensione – Episodio 15

Juri appoggia la tv sul mobile di vetro stampato Ikea. Lo sforzo questa volta è stato minore perché la nuova abitazione ha l’ascensore. Dopo quasi una settimana di trasloco, finalmente può godere il suo primo caffè nella nuova casa. Accende il gas e poggia la moka con lentezza sulle fiamme azzurre. Sente l’istinto di andare in bagno. Si siede sulla tavola del cesso in posizione riflessiva. Pensa non al nuovo corso, ma allo spazio che lo circonda, il tempo che logora. Sente nella testa la voce della madre. Non vuole pensare a lei. Rifiuta di pensare a lei. Non può fare a meno di pensare a lei.

Juri! Il caffè!

La voce della madre si propaga in tutta la casa. Si alza senza nemmeno tirare lo sciacquone per correre in cucina. Il gas è spento. Il caffè è pronto. Non si stupisce del fenomeno paranormale, sente che la madre è lì, anche se non la vede. Beve il caffè bollente e per poco non si scotta il labbro inferiore. Un dolore lacera il canino. Poggia il caffè sul mobile vicino alla tv e si siede sulla poltrona a fiori. Prova tutte le posizioni possibili per fermare il dolore ma niente, non se ne va. Prende un po’ di ghiaccio e lo posa sul canino. Sta cominciando a sentire meno il dolore. Allunga la poltrona per stirare meglio le gambe, sistema lo schienale per cercare di rilassarsi. La tv è di fronte a lui. Spenta. In quel momento si ricorda di quello che era successo due settimane fa. La bocca. Il pennello. Le ultime parole della madre. Non può fare a meno di pensare a lei. Ritorna il suo viso. Per non pensare accende la tv, dove compare una scritta in bianco su uno sfondo nero: Entra nella mia dimensione. – (Che diamine! E’ da buttare anche questa tv!)


Jonida Prifti, poeta/performer e traduttrice dall’albanese all’italiano e viceversa, nata a Berat (Albania) nel 1982, è emigrata in Italia (Roma) nel 2001. Tra le pubblicazioni: Non voglio partorire…(Alfabeta2);  Ajenk (Transeuropa); il saggio Patrizia Vicinelli. La poesia e l’azione (Onyx); Rivestrane (Selva) etc. Nel 2008, con Stefano Di Trapani ha fondato il duo di poetronica “Acchiappashpirt”. Insieme organizzano, dal 2010, il festival annuale romano di poesia sonora “Poesia Carnosa”.  www.jonidaprifti.com