BATRACOMIOMACHIA.

LA GUERRA DEI RATTI E DEI GABBIANI

di

Gennaro Ascione

Illustrata da Simone Tso

In oltraggio ai Paralipomeni della Batracomiomachia

di Giacomo Leopardi

(Qui il CANTO II)

CANTO PRIMO

1

Al nero m’uccide l’arduo lavoro.
O Partenope, in Beverelle cime,
Vienimi ’nsuonno, aiuto t’imploro:
Sciogli mea lengua in carme sublime.
Turpe lite canto in versi nostrani:
La battaglia de’ ratti e de’ gabbiani.

2

Io carte false giuoco. Non fate
Che sino ai colti giunga quest’opra mia,
Né che risuoni a l’orecchie educate:
Lettre proforma non forman poesia,
Vieppiù si frottola che’l metro schiva,
In rima random, di contegno priva.

3

I fatti, quelli sì, son importanti:
Due razze dalla tempra tenace,
Evolute in creature mutanti,
Vennero in campo: e se non è fallace
La memoria e ’l romor ch’a diman resta,
La cagion de la collera fu questa.

4

Zero munnezza ai ratti all’intrasatto,
Mangiata dai gabbiani notte e giorno.
I ratti si sentiron sotto sfratto,
Vedevan carestia tutto d’intorno.
Ridotti ormai a popolo pidocchio,
Deciser d’imbastir un bel pastrocchio.

5

In segrete adunate sediziose,
Nelle fogne donde avean dicastero,
Gli strateghi dossieraron numerose
Le incursioni del famelico sparviero.
Non ispecie di marittimo gabbiano,
Ma prodotto Hi-Tech de l’ingegno umano.

6

«Non è più in odio ai soli marinai»
Prese a dirne il subcomandante Tito.
«Assalta vicoli, mercati e vivai,
Defeca a mo’ di sfregio sul pulito,
Non dà pace a tetto né terrazzo.
Insomma… stu gabbiano ha rutt’’o cazzo!».

7

Il Consiglio de li ratti più non tacque.
All’unisono squittirono i presenti.
Non appena si calmarono le acque,
Tito spese parole più sapienti:
«Purtroppo noi ratti abbiam tutti contro,
Perciò servon alleati nello scontro».

8

In logica faceva alcun difetto
Benché il know how loro non bastasse
Per ordire il funambolico progetto.
Si dà il caso che ivi si trovasse
Annascunnuta una blatta smarrita
Ch’a origliar di guerra era finita.

9

Tremolante di zampe vorticose
Sbigottì per gl’intenti roditori:
Le blatte, nient’affatto bellicose,
Non potevano tenersi al di fuori
Del conflitto tra gli uni, e gli altri in volo,
Se fosse giunto fino al sottosuolo.

10

Del Nobel sognò la premiazione:
Clio… pace l’avea commissionata.
Interruppe de li ratti la riunione,
Riferì di minaccia inventata:
«Perdonino l’intrusion molesta,
Non la ragion d’allarme è questa.

11

Più terribili venti di sciagura
Or soffian dagli Uffizi Sanitari;
Li ho uditi trapelare da le mura.
Non è tempo di sforzi militari…
Voi e noi patiam istessa dannazione:
Protocollata disinfestazione!»

12

Il panico mutò l’aria in rumore,
I ratti dimenavansi pelosi.
Dalle fila de lo Stato Maggiore
Una topa l’additò tra quei paurosi:
«E tu chi fuss’, ’nfizzato ’a casa mia?
Mercurio ’e chesta fessa? Sì ’na spia!

13

A che servono allora ’e sentinelle?
Qualunque scarrafone trase e jesce.
A morte chelli quatte zucculelle!
Invece ’e pattuglià pensano ’o pesce.
Bloccate ’e ciento zampe a sta latrina:
Le scamazz’ moi. D’’e zoccole Regina».

14

Inutile risultò ogni obiezione…
Massima allerta: attacco imminente:
Assedio chimico alla popolazione.
Regina incaricò il subcomandante:
«Titò, scatta! Diplomatica urgenza,
Al prodigioso purpo chiedi udienza».

15

Nella zona del Lido Mappatella
I ratti pel trasbordo alla bisogna
Coi turisti dividean la varchetella
Che portava alla Gaiola dalla fogna.
Pacifica non fu la traversata:
’Na vecchia americana fu turbata.

16

Ch’a piè de le sue pingui anche trovossi
Zoccole grosse come pantegane;
Vedendoli, quei mostri, spaventossi,
In anglico l’apostrofò “puttane”,
Ma una zoccola in Londra avea parenti.
Saltolle al crine e ’l morse coi denti.

17

La zuffa, tra le urla e gli strascini,
Coinvolse i pellegrini facoltosi,
Improvvidi a mercé dei lor destini,
Finiron cul per aria trai marosi.
In guisa di pirati all’arrembaggio,
I ratti sequestraron l’equipaggio.

18

La barca dirottata in lor possesso,
Fendea di schiuma naftea il blu del mare,
Le cui acque puzzavan come ’l cesso.
Merde, siringhe, assorbenti, bare:
Saittella di schifezza galleggiante,
Ch’ai ratti il ratto parea il bagnante.

19

Tufacea cavea frangiflutto,
Di Gallego, purpo alieno, la dimora.
I topi sono in agio sull’asciutto,
Ma i ratti nuotan fino a trenta all’ora.
A pel d’acqua l’oracolo raggiunto,
Al saggio coi tentacoli riassunto

20

Lo scandalo e l’abuso dei gabbiani,
Tito domandò che cosa fare
Per tornare parassiti degli umani
E i prototipi di cyborg sterminare.
«No me ’mpuerta de aquesta situazione.
Por los pulpos no es la soluzione.

21

Los humanos ci dan caccia come streghe!
Beh… in cambio di riserva naturale,
Patteggiare si potrebber tali beghe,
Se col pulpo il ratto è solidale…».
«Patto con ratto vale a dir contratto:
Mai cchiù purpo a ’nsalata sarrà fatto!».

22

Da Tito, Gallego fu persuaso.
Cerebral computo ordì del dato.
Poscia ch’ebbe elaborato il caso
Neri sternuti spruzzò: «Appestato,
Flagello de le genti e del bestiame,
t’inoculo el virus del pollame.

23

Di alcun male, vos otros, soffrirete
Ma qualunque uccello che vi morda
O sfiori, di letal febbre infetterete.
Titòs, schianta la pennuta orda!
Ma ricorda… L’aviaria l’hombre ammala.
Y senz’ hombre, l’immondizia cala».

24

«Purpo d’un maledetto, tu m’inganni:
Vincer la guerra per morir di stenti
È sciagura più grave ch’i malanni!»
Gallego mise Tito sugli attenti:
«De l’antidoto ho formula perfetta.
Loro vaccino. Noi area protetta…»

25

Ciascun scrutava la sua propria sfera.
Lo sol calava tenue color paglia.
Regina, ascoltato Tito a sera,
Gl’indugi volle romper: «Sii battaglia!
In me tutta ragion di stato assorbo.
Che’l popolo giammai sappia del morbo».


つづく


Gennaro Ascione è un eretico praticante, di un ordine minore. Dedito allo studio, all’interpretazione, all’analisi, alla comprensione e alle lettere, e più ci si impegna più non ci capisce un beneamato cazzo. Editorialista, saggista e ricercatore. Autore del romanzo Vendi Napoli e poi muori. Ed è tutto vero.

Simone Tso è illustratore e grafico. Autodidatta, la sua produzione comprende magliette, fanzine, riviste, libri, fumetti, pubblicità, adesivi, copertine di dischi, post-it, che diffonde in circuiti sotterranei e ufficiali.