Il nichilista. Intervista a Daniel Técoult, in arte Radium.

Daniel Técoult è Radium, ovvero uno dei più influenti dj francesi della scena hardcore. Inizia a produrre nel 1993, con la scena rave già avviata, e forma il duo Micropoint assieme all’amico Denis Cohen-Scali, in arte Al Core. Micropoint diventerà col tempo uno dei nomi di punta della famosissima – quanto a volte scadente – scena Frenchcore, soprattutto in seguito all’uscita del glorioso Anesthesie International. Con Déborah Hazotte formerà invece gli Androgyn Network, col quale daranno alle stampe uno dei dischi che più girò all’epoca: Earsex.
Ma oltre alle carriere da musicista, alle quali si aggiungerà in seguito almeno il progetto The Nihilist, fonda la storica etichetta Audiogenic Records, dalla quale nasceranno le varie sottoetichette Psychik Genocide, Dead End Records e altre. L’idea era quella di riproporre i suoni estremi di label come la newyorchese Industrial Strenght, pigiando ancora di più sull’acceleratore e sulla potenza. Audiogenic Records ha sfornato alcune tra le sonorità più estreme degli ultimi decenni con un catalogo che ha ospitato gente come The Speed Freak, Hellfish, Goetia, Fist of Fury, Autopsy, Art is Anal e molti altri, oltre ovviamente a Micropoint, Androgyn Network e Radium stesso.
Di seguito un breve scambio tra me e Daniel.

Hai iniziato a fare musica all’inizio degli anni ’90, quindi hai attraversato varie fasi del movimento rave. Ti andrebbe di fare una breve personale suddivisione di questo movimento? Puoi fare affidamento su fatti personali, storici, musicali, tecnologici, … qualunque cosa tu voglia.

Wow, è un po’ complicato… In breve, quando ho iniziato ad andare ai rave c’erano principalmente solo techno e house, sottogeneri come trance e hardcore stavano appena iniziando a girare. Poi la scena hardcore si è divisa tra gabber (ora chiamato “mainstream hardcore”) e hardcore underground (speedcore, ecc …) Al momento ci sono molti altri sottogeneri hardcore: mainstream hardcore, frenchcore, uptempo, terror, industrial, ecc …

Pur conoscendola, mi piacerebbe sentire da te qual è la differenza tra speedcore e gabber, oltre naturalmente ai bpm?

La musica ‘gabber’ ha avuto molti significati nel corso del tempo. In generale, designa lo stile olandese dell’hardcore, ma cambia in base alla tendenza olandese del momento. Quindi, a volte significava hardcore davvero veloce e duro, altre volte significava hardcore felice e lento. Per questo motivo ora il nome è mutato nel più accomodante ‘hardcore mainstream’,il quale designa uno stile più definito: lento, chiaro e un po’ oscuro. Speedcore per me, a parte il bpm, è una questione di suono grezzo.

Per motivi anagrafici purtroppo ho potuto fare esperienza solo dell’ultima triste ondata del movimento rave, caratterizzata principalmente dall’uso incontrollato di droghe sintetiche. Tu hai sperimentato diverse fasi. Hai mai desiderato vivere la nascita del movimento rave, ovvero quel momento in cui stava per accadere qualcosa di mai visto sotto tutti i punti di vista, non solo musicale?

Beh sì. Chiaramente all’inizio era tutto nuovo di zecca, quindi il campo musicale da esplorare era molto ampio. Ora la maggior parte è già stato esplorato, quindi le persone si attengono alle stesse cose formattate che funzionano ormai da diversi decenni. Ma non buttarti giù, d’altra parte, il lato tecnico è molto migliore adesso!

Nella scena techno e rave, le droghe sono state appunto una cosa fondamentale. Quanto hanno influito sulla tua produzione musicale?

Mmm… Beh sì, un bel po’… 😉
Però ci terrei anche a dire che anche se le droghe sono note per dare più immaginazione e ispirazione, ciò non significa che le persone ne abbiano bisogno. Alcuni possono benissimo farne a meno…

Il genere frenchcore è un movimento ormai conosciuto in tutto il mondo. Cosa ha distinto te e gli esponenti di questo genere dagli altri? Inoltre, mi racconti come è nato questo genere?

Non posso davvero dire come sia nato. È nato più o meno come tutti gli altri stili: un’artista fa qualcosa di leggermente diverso, a un altro piace e lo rende migliore, un terzo lo rende ancora migliore, fino a quando, a un certo punto, la gente comincia a chiamarlo come un nuovo stile e una nuova scena…

Per quanto mi riguarda il frenchcore è tutto incentrato sul groove e sul lavoro tecnico, anziché su melodie o pesantezza.

Quali sono gli artisti che consideri importanti e che più ti hanno influenzato?

Dalla scena rave/hardcore, Lenny Dee, Jeff Mills, The Speed Freak, Paul Elstak e Mokum sono le mie più grandi influenze.

Quali artisti ami particolarmente in questo momento?

Psiko, JKLL, Mr Bassmeister e Sprinky sono tra i miei preferiti al momento.

Ti piace la musica pop? Quale?

Sì, ho iniziato ad appassionarmi alla musica con i Beatles! Da quel momento in poi, cioè dagli anni ’80, sono sempre al passo con quello che succede nel mondo pop. Gli artisti pop più recenti che mi piacciono sono Dan Black, Powers, Ladyhawke.

Considero alcuni dei tuoi EP (così come quelli di Gabba Front Berlin e Androgyn Network) dei veri capolavori della musica. Secondo te, quali sono stati i momenti più intensi inerenti alla scena rave?

Per l’hardcore, sicuramente varie cose uscite nel periodo 1992-1995, quando tutto era così nuovo ed eccitante…

Ti piace quella recente ondata di musica elettronica chiamata elettronica HD (James Ferraro, Daniel Lopatin, Arca, Amnesia Scanner)? In generale, qual è il tuo rapporto con la musica elettronica che non è techno?

Non conosco questi artisti in particolare, ma generalmente mi piacciono tutti gli stili di musica elettronica.

Qual è stata la cosa più assurda che ti è successa durante un tuo show?

Probabilmente quella volta in cui due ragazze fatte sono salite sul palco, si sono spogliate e hanno iniziato a fare sesso proprio dietro di me. Dovevo quasi scavalcarle per cambiare i miei dischi!

Il tuo nuovo singolo è supportato da un video con Greta Thunberg (e te). Cosa ne pensi del cambiamento climatico e in generale della questione politica e sociale in cui viviamo?

Penso che il cambiamento climatico sia un problema reale, ma purtroppo noi persone normali non abbiamo assolutamente modo di risolverlo, è tutto nelle mani delle grandi multinazionali.

Pensi che potrebbe nascere qualcosa di simile al movimento rave, magari anche più in là, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia?

Lo spero.

Pensi che potrebbe sorgere qualcosa come il movimento rave in termini di rapporto tra musica e politica?

Non credo sarebbe facile dare una vera coscienza politica a giovani edonisti che vogliono solo divertirsi. 😉


Riccardo Papacci è co-fondatore e CEO di Droga. Ha scritto un libro (Elettronica Hi-Tech. Introduzione alla musica del futuro) e ne ha in cantiere un altro. Collabora con diverse riviste, tra cui Not, Il Tascabile, Esquire Italia, Noisey, L’Indiscreto, Dude Mag.