Prima lettera.

Fratelli e sorelle, in molti mi domandate come comportarvi quanto al sesso durante questa prolungata emergenza sanitaria. A molti di voi mi capita di rispondere con un consiglio preciso: di ripensare al ruolo del bacio come apripista del sesso e dell’amore, di smettere di considerarlo un passaggio imprescindibile per arrivare al sesso. Ma molti trovano la mia istruzione tanto precisa da essere ambigua.  Infatti se a un gallo viene detto di svegliarsi la mattina e cantare, andrà in confusione quando gli si domanderà di cantare il pomeriggio. Il canto è il sesso e la mattina è il bacio. Siamo così abituati alle storie a lieto fine che cominciano con un bacio che non riusciamo più a pensare al sesso altrimenti. Quelli tra noi, invece, che hanno sentito la scintilla tra le candele del motore del sesso senza che un legittimo bacio girasse la chiave nel quadro, sanno che dolcezza c’è in quella insolita vibrazione. Sanno che la bocca e la lingua sono la sede della parola e della prescrizione, e un sesso che comincia lontano da tanto solenne sede corre spesso il rischio della più perfetta felicità.

A chi già sa non c’è bisogno che io dica cosa fare, ma ai miei altri fratelli e sorelle più abituati a fare le cose rispettando un ordine abitudinario parlerò con franchezza stando sempre attento a non guastare il gioco con troppi sofismi.

Se due tra voi hanno voglia di fare sesso, e sebbene non se lo  siano detti precisamente sono sicuri, ciascuno, che l’altro abbia la stessa intenzione, domani incrociandovi al mercato o in piazza o alla fermata provate a essere espliciti sistemando nel taschino della giacca un fiore, un ramoscello, o qualunque oggetto esplicitamente fuori posto, come un telecomando o un pennello o un microfono o un astuccio. Se entrambi avete qualcosa nel taschino, avvicinatevi dove siete, davanti a tutti. Così, con le maschere, sì, senza bisogno di toglierle. E una volta vicini, il primo che alzerà la mano potrà aprire la giacca dell’altro e accarezzargli il petto. Se dagli occhi dell’altro capirà che la cosa sta funzionando, farà scendere la mano lentamente fino alla pancia e poi più giù fino al pacco. Vestito com’è: l’importante, in questo inizio, non è la qualità dell’esperienza ma l’esondazione del desiderio più informe nella strada. A quel punto ci si accarezzerà il pacco a vicenda e i due si guarderanno negli occhi, che troveranno sorprendentemente scherzosi, felici e maliziosi nel modo più innocente. La cosa può continuare dietro una macchina, in un androne, in una casa, ma l’importante è che la scintilla sia scoccata senza la pratica consuetudinaria del bacio. Chi si sentisse tranquillo potrà baciarsi nel prosieguo dell’azione, ma vi prego tutti di ricordare quanto è bello e corroborante scoprire il sesso nelle dita invece che sulla bocca. Nella strada invece che al riparo. Lontano dalla bocca, che sa mescolare alle parole dolci le istruzioni più sgraziate.

So che non potendoci vedere tutti insieme di persona si fa più fatica a capirsi. Non c’è modo di fare quelle pause, avere quelle piccole esitazioni del pudore, porre la domanda puntuale con il semplice schiudere le labbra. Quindi ve lo dirò chiaro e tondo. Il precetto vale per chi fa parte di una coppia esclusiva e per chi si trova – come dice la società – solo. Cambia poco. Discutete con i partner i vostri desideri ed esercitatevi a ridimensionare la gelosia, trasformandola in una punturina energizzante che non provoca disastri.

Per chi è solo e magari vuole connettersi con un “accoppiato”: ricordatevi sempre, anche nei momenti di insicurezza, quanto hanno bisogno di voi le coppie.

E come sempre, prendete queste cose con lo spirito giusto e agite con letizia e generosità.



Camillo II è l’alias di un notaio romano di ambito successorio e immobiliare, testimone di alcune delle più complesse operazioni di riqualificazione urbana della capitale. Delegato il lavoro notarile ai suoi assistenti, si dedica da diversi anni alle attività della sua comunità spirituale.