La notizia è arrivata poche ore fa, al termine di una riunione con i responsabili dell’azienda tedesca. Il ministero della salute francese Olivier Véran ha dato l’annuncio sull’emittente BFMTV: le nuove scarpe che stanno spopolando in tutta Europa erodono i piedi in maniera irreversibile. Secondo il primario dell’ospedale Georges Pompidou, il dottor Albert Dechaussé, la causa è dovuta alla presenza di un fungo nascosto nel tessuto delle sneakers. Il fungo in questione, l’hebes-tardus, è tra i più pericolosi presenti in natura. Dechaussé ha spiegato che dalle scarpe, questo passa attraverso i calzini per poi infilarsi sotto le unghia e risalire infine fino al cervello. Entrando in contatto con il corpo, il fungo scuote così stimoli nervosi che provocano un singolare caso di podo-disfacimento dopo sole due settimane di utilizzo delle scarpe.
Il Ministero ha diffuso la lista dei sintomi che appaiono progressivamente nei soggetti infettati:
– Dopo due giorni: fetore – forte prurito – stessa sensazione di quando si mettono i calzini sui piedi ancora insabbiati.
– Dopo una settimana: piedi gonfi – escrezioni – pustole – sintomo del “piede ligneo”
– Dopo due settimane: Inizio del podo-disfacimento. Il piede cambia forma fino ad arrivare al suo totale deterioramento.
È inoltre precisato che lavarsi i piedi non ferma l’avanzata del fungo.
Infine, non è ancora chiaro se l’hebes-tardus possa attaccare altre
parti del corpo. Un uomo di quarant’anni in provincia di Nantes ha accusato gli
stessi sintomi al pene. Il suo caso è sotto i riflettori e l’intera comunità
medica si sta interrogando sull’accaduto. Tuttavia, secondo gli inquirenti la
pista della podofilia resta la più plausibile.
Dal nostro inviato a Parigi, Pino Formoso
Le autorità stanno diffondendo immagini shock che mostrano l’evoluzione dei sintomi.
Pino Formoso è il nostro inviato a Parigi. Laureato in Economia & Management alla triennale alla LUISS, ha proseguito la specialistica in Management alla Boston University. Ha lavorato in giro per il mondo per diversi anni, diventando “madrelingua”, oltre che di italiano, anche di inglese e portoghese.