Iperdenti. Episodio 11. La bocca.

Romanzo suddiviso in tre parti: Altrove, Huper Vision e Iperdenti.

Genere: Fantascienza di Borgata

Il romanzo, ambientato a Roma Est, all’interno di un centro di scommesse sportive in prossimità di borgate periferiche, e scritto in prevalente accento romanesco, nel titolo allude a un gioco virtuale, nel quale vengono risucchiati i personaggi. Tean, Aida, Juri e Tim non sanno tuttavia di essere intrappolati all’interno di quel gioco, in cui accadono eventi incomprensibili. Nel gioco si sviluppa infatti la misura stessa della tridimensionalità, che gli è connaturata, per abbracciare altre dimensioni: mondi filiformi, in grado di generare altre realtà, tutte distorte. Così, nei pensieri e nelle azioni i personaggi saltano da uno stato all’altro, senza rispetto delle regole temporali. L’incomprensibilità delle azioni è frutto della logica del gioco, che invade la loro coscienza; e proietta il presente, che i personaggi vivono o credono di vivere, verso una deriva onirica e ferocemente surreale. Si tratta di un romanzo ciclico che nella sua struttura riproduce le gabbie virtuali che sono parte della condizione odierna.

Immagini da: (H)earth di Sante Simone, collage digitale, 2020 

RV – risultato vero

RV1 – LA BOCCA

Oki è stanca. Dopo dodici ore di lavoro, sente che è arrivato il momento di chiudere le porte e andarsene a casa. Mentre attiva il codice di sicurezza dell’allarme qualcuno bussa da fuori. Un po’ impaurita, si avvicina e vede una ragazza mai vista prima. La ragazza cerca di dire qualcosa, ma non capisce niente perché l’allarme si è riattivato. Il suono la rende confusa e cerca disperatamente di disattivarlo. Nel frattempo si aggiungono altri colpi alla porta. Lancia uno sguardo veloce e vede che la ragazza tenta di spaccare il vetro con un’accetta. Nel trambusto, l’allarme non smette di suonare e i monitor si accendono uno dietro l’altro. Su tutti gli schermi appare la stessa immagine: una bocca spalancata che mostra dei denti di proporzioni enormi, fuori dal normale. Tutti i denti cominciano a roteare sincronizzati. Dalla profondità escono delle lettere che formano delle parole. Oki inizialmente quasi non sviene dalla paura, ma poi, come presa da una ipnosi, fissa la bocca per capire il senso di quelle parole.

IL GIOCO È FALLITO

I PERDENTI SONO SVEGLI

IL GIOCO È FALLITO

I PERDENTI SONO SVEGLI

La ragazza riesce a entrare dentro spaccando il vetro. Oki non c’è più. La cerca ovunque ma niente, non la trova. Intorno solo il vuoto. Si siede per poter riflettere sul da farsi. Il suo sguardo incrocia per terra un manuale. Sulla copertina, in caratteri cubitali, si legge: “Iperdenti”. Lo apre. Dentro ci sono numeri, calcoli, equazioni, figure geometriche e due nomi, il suo e quello di Juri. Mentre si accinge a uscire, i passi della ragazza vengono arrestati dall’immagine di una bocca spalancata sul monitor. È in stand-by. Si avvicina al monitor per guardare da vicino l’immagine. I denti sono bianchi, tranne due. Uno color oro e l’altro di argento. Tutti i denti sono segnati da una lettera.


Jonida Prifti, poeta/performer e traduttrice dall’albanese all’italiano e viceversa, nata a Berat (Albania) nel 1982, è emigrata in Italia (Roma) nel 2001. Tra le pubblicazioni: Non voglio partorire…(Alfabeta2);  Ajenk (Transeuropa); il saggio Patrizia Vicinelli. La poesia e l’azione (Onyx); Rivestrane (Selva) etc. Nel 2008, con Stefano Di Trapani ha fondato il duo di poetronica “Acchiappashpirt”. Insieme organizzano, dal 2010, il festival annuale romano di poesia sonora “Poesia Carnosa”.  www.jonidaprifti.com