No Look Steals – Rubare senza guardare.

I ragazzi hanno pasticciato a bordo campo, sono corsi tutti a guardare. Gli occhi si pensa abbiano mentito, quello che è appena accaduto non è successo davvero. I piedi di donna che vanno verso il mare sono orme chiarissime, su una striscia di spiaggia di sabbia intatta, solo picchiettata dalle gocce di pioggia. Il cronometro rosso è fermo, l’arbitro accenna un sorriso, allora la cosa comincia a sembrare sospetta. Ci mettemmo a guardare in acqua, in tutte le direzioni, ma non si vedeva nessuna testa. Ci mettemmo a gridare, prima separatamente e poi tutti insieme, ma non arrivò nessuna risposta. E’ stato allora che abbiamo chiuso i bambini in macchina e loro si sono messi a piangere, ma piano. Anche noi ci siamo messi a parlare a bassa voce.

Gli occhi dietro la testa per contravvenire alla realtà. Non occorre guardare un oggetto oppure un qualcosa in movimento per predirne la sua posizione. Ecolocalizzazione umana.

Kawhi si mise il cappellino dei Redskins aggiustandoselo davanti allo specchio ed uscì.

Gorgui Dieng si incamminò lungo la strada buia fino all’angolo e vide che il negozio era ancora aperto. Non c’era anima viva, ma non avendo l’orologio non aveva idea di che ora fosse. Sicuramente era molto tardi.

Passò un auto. Poi ne arrivò un’altra che rallentò. Il guidatore aprì il finestrino. Jimmy Butler si avvicinò e cominciarono a parlare. Questa volta non fu facile, perché non sapeva cosa dire, ma non si accorse della Toyota grigia. Butler concluse l’affare e l’auto si allontanò. Dieng si mise in tasca due biglietti da venti dollari e ritornò all’angolo (from the Elbow) giocherellando con le fiale che gli erano rimaste. Si guardò intorno furtivamente e udì dei passi alle proprie spalle, o forse erano davanti a sé. Prima di riuscire a voltarsi, sentì qualcosa di duro e metallico contro la base del cranio.

“Dieng” disse una voce roca.

Non  sentì lo sparo. La pallottola gli spappolò il cervello. 

Per altre immagini qui.

La gara era tranquilla e DeMar si fermò nel parcheggio di fronte all’area. Anche se era miope, riuscì a distinguere la padrona che parlava al telefono. C’era anche Lamarcus che lavorava, e il bambino che girellava. Erano tutti al sicuro nell’arena. Non gli parve che stessero correndo alcun pericolo.

Quelle poche ore di inattività in cui la gente, nei giorni lavorativi entra ed esce dai negozi coi sacchetti della spesa, erano già passate, ma fino a quel momento DeMar non si era reso conto che un altro giorno era quasi finito. Fu il gorgoglio nello stomaco a ricordargli che non aveva più toccato cibo dall’incontro nel ristorante con Pop. Il sole stava tramontando velocemente e le ombre si allungavano. Un cliente uscì dal negozio, guardandosi le unghie alla luce dei riflettori, e si avviò verso la sua Jaguar. DeMar rimase seduto ancora un po’, poi telefonò a Kyle Lowry.

Ascoltando il suono riflesso dei rumori che fa con la bocca, James Harden è in grado di definire nel proprio cervello la forma, la dimensione, la profondità e la densità degli oggetti che ha intorno. Allo stesso modo in cui noi usiamo la luce per vedere, lui usa il suono per creare una mappa mentale in 3D. Ha allenato la sua corteccia visiva a elaborare informazioni non visive. Grazie a questa capacità è perfino in grado di andare in bicicletta. Pensa come sarebbe andare in bicicletta con gli occhi chiusi.

Per DeRozan tutto stava andando in pezzi. Negli ultimi tempi si era abituato all’idea di andare a pezzi, ma adesso tutto era in frantumi, non in due ragionevoli pezzi ma in un caos di schegge e frammenti e lui era uno dei tutori dell’ordine, per trita che fosse l’espressione. Prima non gli era mai successo di sentirsi un idealista, adesso, circondato dalle tenebre e dal fuoco e dal rumore e dal caos, lui, avutane improvvisamente l’opportunità, aveva voluto creare un pezzettino di ordine in quel negozio sventrato di Broadway. Ma cosa era riuscito a fare?

Improvvisamente udirono un rombo in lontananza. Guardando ad oriente udirono la pesante cortina di pioggia che avanzava verso di loro. Corsero a mettersi al riparo sotto un chiosco all’altra estremità della piscina, ma i primi goccioloni cominciarono a cadere prima che ci arrivassero. Il vento cominciò a soffiare a raffiche, sventagliando loro la pioggia in faccia, costringendoli a cambiare direzione e a ripararsi dall’altra parte della piscina, vicino a dei tavoli ammonticchiati e a un mucchio di stuoie. Pochi minuti dopo era buio e l’aria era diventata fresca. Il rumore della pioggia battente sulla tettoia li separava dal mondo. I loro corpi sarebbero rimasti e avrebbero continuato a funzionare. Era il loro destino quello di resistere e, sapendolo, non si sarebbero mai fatti prendere dal vero panico. E questa, pensarono, è una splendida scoperta nella vita di qualunque codardo.




(G) Squaderna è una porta, (R) un pomello o un vicolo. (I) Viaggiatore del tempo e blah blah blah (P) – binocolo, lente, (C) telescopio che osserva la spocchia da realtà aumentata corrente e diffusa. (ASINO)