Io e Carofiglio.

Ero con G. Carofiglio in una delle tante splendide librerie di Roma. Proprio così: passeggiavamo in uno di quei magici luoghi che temprano i nostri cuori. Le librerie sono le barche che fluttuano nel mare dei desideri e che viaggiano lungo le rotte del nostro destino.

Ci stavamo nutrendo di concetti, di teorie, di pensieri: di sogni. Camminavano e ci perdevamo nell’odore dei libri. Respiravamo a pieni polmoni il profumo della carta mentre nutrivamo il nostro spirito guardando font ricercati e copertine a dir poco meravigliose. Ogni tanto ci allontanavamo per poi ritrovarci, senza esserci dati appuntamento. I nostri sguardi si connettevano immediatamente, anche se ci trovavamo in corsie diverse, distanti l’uno dall’altro. Prendevo un tomo di Stefano Massini o di Antonio Scurati da una libreria posta al centro della sala principale e dall’altra parte mi ritrovavo gli occhi sorridenti e maliziosi di Gianrico. Il tempo scorreva, ormai non ne avevamo più cognizione. Potevano essere passate ore, o addirittura anni.

A un certo punto mi avvicinai lentamente a uno scaffale, ero perso nei miei pensieri: sognavo. Stavo per agguantare una copia di “Anche le pulci prendono la tosse” di Roberto Costantini – se conoscete una persona che non ha ancora letto questo libro, smettete di parlarle – quando mi accorsi che la mia mano si era appena scontrata con quella di Carofiglio. Stavamo prendendo lo stesso libro nello stesso momento. A quel punto, noncuranti delle mani che si tendevano verso di noi per guadagnare un autografo dal più bravo ex-magistrato italiano che scrive libri senza tempo, abbiamo iniziato a denudarci velocemente e ci siamo fatti uno scopatone che ti dico popo fermate.


Ezechiele Maniscalchetti è critico letterario e scrittore. Il suo Rinsavito dal gorgo del sentimento (Adelphi) ha vinto il premio Campiello. Suoi scritti sono apparsi su La Repubblica, L’Indice dei libri del mese, Il foglio letterario.