Il sesso appartiene alle epifanie del pensiero.

Il sesso appartiene alle epifanie del pensiero. Il generare desiderio è movimento, a volte l’unica percezione necessaria. Cosa è rivoluzione se non i gesti che fluidamente ti mettono in contatto con l’altro? Mentre la bocca si apre e il calore dalla saliva sale urgente e incontrollato, tu sei inerme, piegata ai suoi dettami; guidata da ciò che non sai neanche descrivere. Il corpo, le istanze della mente, tutto incastonato in un innesto perfetto di due fusioni incomprensibili, eppure esatte. Probabilmente ciò non si verificherebbe dinnanzi a un piatto di pasta e una conversazione, ma un cazzo ben eretto di fronte al tuo sguardo, non saprebbe meglio esplicare il significato di quel momento preciso della tua vita. Tu lo accogli attenta e con gratitudine, ricambiando con l’umidità infinita di una confidenza altrimenti mai espressa. Nessun ansito viene abbandonato alla solitudine del reale finendo per esserne brutalizzato, quando è sussurrato nelle orecchie di chi sa accoglierne l’ovattato tepore. Esistono momenti nella vita di ogni individuo in cui si avverte un profondo senso di smarrimento; ci si cerca, tentando di individuare negli oggetti che circondano le nostre vite e che accompagnano il quotidiano, parti di sé che siano in grado di restituire particelle, atomi, conglomerati di significato, della propria esistenza. O che perlomeno possano giustificarla. Spesso l’operazione risulta fallimentare, in un’imperfettibilità che ha quasi del predestinato. È allora, quando non ci si riesce a divincolare dalle pastoie del fallimento- il fallimento dell’ambire alla vita- che cerchiamo rigenerazione nell’atto, totalmente privo di sofisticazione, del chiavare. Puro, essenziale, immediato, esudato animale. Io esisto quando mi toccano, io esisto rendendo l’altro reale mentre lecco, mordo e accarezzo la sua vita. I momenti sono privi di regole: non pensi a come ci si dovrebbe comportare mentre saluti il tuo vicino quando esci di casa, non pensi a cosa si fa in fila alle poste, se quando guardi negli occhi uno hai voglia di mostrargli le tette. Non pensi neanche al perché hai voglia di farlo. Scopare è semplicemente la cosa più intelligente, retta e intrinsecamente densa di giustezza, che l’essere, nella sua decadente condizione di umano, può anelare a compiere come deflagrazione assoluta in un atto divino di aspirazione terminale.


Ginevra Ceccotti, nasce  nelle isole vergini britanniche da madre dominicana e padre italiano. Passa l’infanzia con i delfini e a fare surf. Ha fatto mille lavori e vissuto in tante città. Attualmente lavora a Londra nella LSE.