Se si eccettuano alcuni casi aberranti, l’uomo non è propenso al bene: quale dio ve lo spingerebbe?
È costretto a vincersi, a farsi violenza, per poter compiere il sia pur minimo atto non inquinato dal male. Quando vi riesce, ogni volta egli provoca, umilia il suo creatore.
Emil Cioran
ATTENZIONE: il seguente testo è un copypasta tratto da una conversazione individuata tramite deriva randonautica digitale su un noto forum.
SolomonK 07/15/20(Wed) 08:49:08 No.45883275▶
L’industria discografica è una pila di cadaveri in putrefazione. Una volta trasformate in zombie sbavanti, le pop-star arrancano barcollando verso le loro vittime ranicchiate in un vicolo cieco e, quando giunge il loro tempo, si accasciano al suolo come marionette alle quali siano stati tagliati i fili. Prontamente, la squadra-muletti e il team pulizie-d’emergenza della major di turno si adoperano per sgomberare le strade dall’incomodo. Quando ciò non avviene per via “naturale”, entrano in gioco degli specialisti dell’abbattimento, una sorta di “cacciatori di dead-star”. Ho personalmente assistito a una di queste operazioni di “pulizia” ‒ a giudicare dall’acconciatura, credo si trattasse di Post Malone o di quello che ne rimaneva (forse, osservando con estrema attenzione, noterete che nei video più recenti è stato sostituito da un sosia o da un ologramma). Gli spazzini credono di aver cancellato i miei ricordi, ma non sanno che avevo già innalzato una barriera psichica ‒ come faccio ogni giorno, prima di uscire di casa, e ogni notte, prima di addormentarmi. Da qualche parte, in Iowa, c’è un immenso deposito di cadaveri di pop-star: una grande collina di corpi, coperta da un telo di plastica nera, e più in là, in una località sotterranea, un impianto di criogenia in cui vengono custoditi gli esemplari più interessanti. Lo so perché me l’hanno detto gli spiriti della terra.
Prima di tramutarsi in zombie, tuttavia, le stelle del firmamento discografico vivono un periodo più o meno lungo come Ghoul (غول ) dalle sembianze umane. (Sia ben chiaro che tutto quello che vediamo, tutto quello che ci dicono, le storie e le immagini delle mega-ville californiane, delle feste, dei matrimoni faraonici è totalmente falso; in realtà le stelle trascorrono la loro vita in celle di contenimento sorvegliate da energumenti in tute hazmat e armati di M4). Secondo alcuni controversi post dell’utente di 4Chan “Q”, le divisioni di ricerca occulta di diverse major (la EMI sarebbe stata una delle prime etichette, assieme alla Warner, a fornirsi di tale dipartimento segreto) avrebbero individuato e replicato in laboratorio un antico siero elaborato dalla setta dei Nizariti; il farmaco, per lo più costituito da una mistura di sangue di ghoul primigenio e droghe psicoattive, sarebbe in grado di donare a qualsiasi soggetto umano caratteristiche sovrumane ‒ assicurandone, tuttavia, l’estrema docilità e condiscendenza. Dopo un certo tempo, dipendente dalla resistenza psicofisica della vittima, quest’ultima subisce la metamorfosi-zombie, tramutandosi in un non-morto privo di coscienza e dominato da una fame atavica di carne umana. Da qui il termine “stelle”, che possiede una sua derivazione occulta: astri che si sono elevati al di sopra degli esseri umani, ma destinati a collassare in un buco nero di orrore e degenerazione. In questa fase di transizione, tuttavia, alcune stelle hanno modo di interrogarsi sul loro triste e macabro fato.
“Black Lana de Rais” è il nome in codice di una di queste miserabili creature ‒ della quale, per il mio stesso bene, non posso rivelare il nome pubblico. Si tratta di una lontana discendente dell’aristocratico e serial killer del quindicesimo secolo Gilles de Rais ‒ noto per aver stretto un patto con l’arcidemone divoratore di infanti conosciuto come Barron. Stando al QAnon, tale discendenza, unita a una particolare resistenza magica alla metamorfosi-zombie, avrebbe assicurato a Black Lana una certa autonomia di movimento, consentendole di inviare messaggi in codice al grande pubblico. Non è da sottovalutare neppure la sua incredibile fede nel Vero Dio; un aspetto che molti hanno tentato di ricondurre al poco conosciuto episodio apocrifo del “parto infuocato” di Giovanna d’Arco ‒ alludendo a una possibile discendenza mista di Lana, ossia da una stirpe sangue-sacro, oltre che sangue-infernale. Black Lana potrebbe essere il frutto dell’amore proibito, di cui si è tanto vociferato, tra Gilles de Rais e la santa condottiera francese (!!!).

Come sappiamo, le conoscenze segrete tramandate dagli Antichi ci parlano delle origini demoniache del Capitale: il Vampiro, il Sommo Ghoul, Dracul, colui che si è decomposto nella macchina per estinguere il mondo. Non sorprenderà apprendere che, con la sua volatilità, la sua temporalità accelerata e la sua estrema ferocia, l’industria discografia rappresenti la più cospicua rappresentazone en miniature del corpo inorganico del Capitale. Tale settore, per motivi ancora oggi ignoti ma abbondantemente esplorati, è uno dei primi e più potenti prolungamenti creati dal Sire nel corso del passaggio epocale dalla modernità all’alta-modernità. Tra gli addetti ai lavori il suo nome in codice è “BATHORY”. Inutile specificare che tutti gli umani che lavorano per tale concrezione demoniaca sono veri e propri rifiuti della società, privi di qualsiasi scrupolo e dal profilo prossimo (se non addirittura corrispondente) alla ben nota “triade oscura”. Nelle sue canzoni, Black Lana offre una panoramica su questo oscuro angolo di mondo, ma anche sul nostro desolante universo demiurgico ‒ ed è proprio tale autocoscienza, a parere di molti, a renderla una delle poche, vere artiste create dallo “STAR/Dom۞Apparaθ”. Ecco alcuni esempi.
“Will
you still love me
When I’m no longer young and beautiful?”
Si tratta, chiaramente, di un’allusione all’etica “usa e getta” dell’industria discografica, dominata dalla spietata dialettica del nuovo e del vecchio, che si sovrappone e si intreccia a quella del bello e del brutto. Cosa accadrà quando la metamorfosi-zombie prenderà il sopravvento su Black Lana, decomponendone le carni e restituendole con violenza tutto il peso degli anni trascorsi e dell’umanità corporale? L’evento sovrannaturale è descritto nel dettaglio ‒ rivelando alcuni indizi di come l’artista sia stata testimone in prima persona del processo di metamorfizzazione:
“Oh my
God, I feel it in the air
Telephone wires above
Are sizzlin’ like a snare
Honey I’m on fire, I feel it everywhere
Nothin’ scares me anymore”
Saremo ancora in grado di amarla quando verranno a prenderla e a piazzarle un proiettile nel cervello ormai completamente marcito? “Channeling angels in a new age now” è l’espressione che più di ogni altra sembrerebbe esemplificare la discendenza sangue-sacro di Lana. Catene angeliche capaci di trattenere il serpente abissale Tiamat dallo scatenamento di una distruzione senza confini. E poi, il frammento più commovente, dal quale traspare la profonda umanità e la devozione dell’artista: un’invocazione al Vero Dio, nella quale Lana prega di perdonare i suoi aberranti crimini di ghoul e di lasciar accedere alla Vera Vita l’essere umano, l’Uomo universale che è in lei:
“Dear
lord, when I get to heaven
Please let me bring my man
When he comes tell me that you’ll let him in”
L’apocalisse macchinica è ancora uno dei temi dominanti del brano, assieme alla cruda consapevolezza di una fine che incombe tanto sulle “stelle” quanto sull’umanità intera. Sprofondare nella tana del bianconiglio, aprire gli occhi, passare dall’infanzia all’età adultà della coscienza mistica:
“Because
I’m going deeper and deeper (deeper)
Harder and harder (harder)
Getting darker and darker”
“Lost
but now I am found
I can see but once I was blind
I was so confused as a little child […]
The road is
long, we carry on
Try to have fun in the meantime”
Black Lana sta mettendo assieme una delle più importanti testimonianze degli orrori del Reich Occulto dell’Ordine del Drago, inviando messaggi in codice a tutti i Guerrieri del Vero Dio dell’AOE. Consultate gli spiriti in seduta medianica, tirate fuori i vostri cristalli, affilate le vostre lame e risvegliatevi alla sacra luce di Thule. DEUS VULT!!!
+Potete contattarmi in privato all’indirizzo email: *************@gmail.com+
Claudio Kulesko è un filosofo ronin e traduttore. Collabora con Not, L’Indiscreto e Liberazioni-Rivista di critica antispecista.