Io e il moscone.

Carissimi , in questa situazione che ci vede tutti quanti, bene o male, barricati in casa (perché c’è anche chi ci tiene al fatto che non gli si atrofizzino gli arti inferiori e a non immunodeprimersi) in una delle migliori Primavere che siano mai scese sulla terra con tanto di tartarughe che si riprendono il potere, merli che cantano indisturbati sui terrazzi, piante che sbocciano quando fino al giorno prima sembravano rachitiche, tutti noi esseri umani vorremmo stare fuori a scorrazzare in massa godendo di tutto questo ben di Dio; ma ovviamente non si può. Consolatevi però, c’è anche chi invece fa un percorso inverso e della primavera e degli spazi aperti non gliene fotte nulla, anzi.

Nello specifico, non sto parlando di un essere umano particolarmente isolazionista o tendente all’ eremitaggio o ancor peggio un nichilista che peggio sta e meglio sta, no no. Parlo di un fottuto moscone. Un cazzo di moscone che non ce la può proprio fare, vuole diventare un essere civilizzato, vuole essere una pedina del progresso, fondamentalmente vorrebbe stare al mio posto mentre invece di fare il fuoco con due pietre sto qua a schiacciare sti cazzo di tasti de gomma. La finestra è aperta, c’è fuori il cristodiddio tra luce solare, bocciuoli in fiore, aria deliziosa per una volta che gli uomini si sono fermati con le loro macchine di morte e niente, questo vuole stare a volare dentro casa mia. Sarà che è nero, e quindi fondamentalmente dark inside, ma io mi chiedo come cazzo sia possibile. Sono due giorni che esce e poi rientra quasi subito, e allora io ad arrampicarmi sui tavoli con lo straccio in mano a urlare “ESCI MALEDETTO IDIOTA”. Niente questo vuole stare dentro. Addirittura si attacca alle tapparelle per fare finta che è uscito dalle finestre: poi quando mi sono distratto, rientra dentro ZAC.

A questo punto ho optato per la linea del dialogo: “sei qui per gli avanzi di cibo? Ho buttato tutto ma che cazzo vieni a cerca’”? “Sei qui perché devi fa le ova? Endocazzo le fai? Non ce sta niente de organico a parte me, che me voi fa le larve nelle ‘recchie?” Niente, non ne vuole sapere. Io allora mi chiedo cosa passi nella psicologia de sto moscone. Forse fuori gli fa schifo, forse tutta sta natura lo nausea. Dice pe na volta che ce stava tutta sta merda pe’ strada mo invece devo anna a cercà la merda dentro le case: e ovviamente dentro le case ce trova gli italiani, ha ottenuto dunque quello che desidera. Forse vole mori’, è un suicida vuole che lo spappoli a colpi di scarpa fino a ridurlo in poltiglia: forse vuole un po’ di avventura perché la natura è sempre così noiosa, è tutto alla fine calcolato, anche i disastri e lui invece vuole osare. Ecco, penso a questo punto che sto moscone è più intelligente di noi che stamo qua a vive per vive. E che la natura, in fondo, non esiste: è Dio che ci mette gli sfondi per faccela pia bene. Buona primavera a tutti quindi, in primis a sto moscone de merda, sto maledetto rompicojoni.


Demented Burrocacao è co-fondatore e CEO di Droga. Conduce Italian Folgorati per Vice, ha pubblicato, tra gli altri, l’album psichedelico Shell a nome Trapcoustic. Il suo libro Si trasforma in un razzo missile è recentemente uscito per Rizzoli Lizard.