Deep Wound – EP

I Deep Wound sono un gruppo hardcore punk di Westfield, Massachusetts. Si formano nel 1982, registrano una cassetta autoprodotta, il 7 pollici in questione è del 1983, si sciolgono nel 1984. Un intensissimo fuoco d’artificio, come da migliore tradizione hardcore. Unica altra apparizione è quella di due pezzi sulla compilation in Lp Band that could be god Suonano svariate volte con i mostri sacri dell’hardcore punk di Boston – il centro a loro più vicino – quali SSD, Jerry’s Kids e The FU’s, e vengono considerati il gruppo di punta del Western Mass Hardcore, la particolare variante di punk del Massachusetts occidentale. Una scena musicale creata da ragazzini delle scuole superiori scappati di casa, nata a ridosso delle foreste selvagge e dei vasti prati incolti dello stato, tra negozietti e qualche bar, lontana da ogni conglomerato urbano. Un mondo fatto di concerti organizzati nei sottoscala e negli scantinati, basato sull’autoproduzione delle proprie cassettine e dischi, sull’immediatezza e la genuinità dell’espressione del disagio dei figli della borghesia bianca nel trovarsi gettati nel mondo della Reagan Era e della guerra fredda. Ed è proprio questa la ferita profonda che si portano dietro fin dalla nascita:

Raised on baseball and apple pie
Then slowly my spirit began to die
Realizations filled my mind
Our diseased culture got left behind
Will the truth I ever find

Living in this society has left
If you want out there’s a price to pay
Why is it so hard to change
Gotta fuck ‘em over one more day

All this behavior welded in
This elaborate plot how can I win
On this culture I depend
It’s too deep will I ever mend

Maybe I can heal if I started now
Before they finally make me forget how
Future generations will fuck me up again
At least we can try and change the one we’re in [Deep Wound, Deep Wound]

Il 7 pollici in questione è una perla di rara intensità, espressione della furia cieca e immediata di quattro ragazzini che si trovano ad urlare contro il loro mondo, consapevoli di esserne espressione, ma schizofrenici nel volerlo interrompere:

So much fucking futility
Emptiness in the world I see
The life I find is the life I make
Not another cheap escape [Deep Wound, Dead Babies]

Uno dei dischi hardcore punk statunitense più veloce e furioso, da molti considerato fondamentale precursore del grindcore e della distruzione musicale che avrebbe fatto seguito all’esperienza del punk degli anni ’80. Viene presa l’energia dei Jerry’s Kids, la brutalità degli SSD, il nichilismo dei Germs e dei primi Black Flag, e portato a velocità non metabolizzabili, verso la distruzione della stessa forma canzone, che affermano ma, immanentemente, negano e superano. La necessità estrema ed immediata di esprimersi porta quasi all’afasia. Non per nulla contano uno split con i Siege – altro gruppo americano che ha spinto l’hardcore punk alle sue estreme conseguenze a livello di velocità e abrasività – e possono venire accostati ad altri gruppi dell’hardcore e del thrashcore più estremo, quali D.R.I., o i di poco successivi Cryptic Slaughter e Septic Death.

Piccola postilla. Chitarrista e batterista sono rispettivamente Lou Barlow e J Mascis, resisi tristemente famosi per aver allietato e tediato la borghesia bianca americana nel gruppo formatosi dopo che i Deep Wound si sciolsero: i Dinosaur Jr.


Emanuele Pelilli si è addottorato in filosofia politica focalizzandosi sulle categorie di alienazione e reificazione nel marxismo occidentale, lavorando tra Roma, Berlino e San Francisco. Urla nel gruppo hardcore punk Nofu e strimpella in altri complessini rumoristici.