THE STYLIST/NIGHT IN PARADISE/MARIONETTE/WE STILL SAY GRACE.

THE STYLIST
2020, Jill Gevargivian

Claire (Najarra Townsend) è una parrucchiera, una stilista particolarmente brava nella sua professione, le piace ascoltare le confessioni che le clienti si lasciano sfuggire durante il trattamento. Claire e’ affascinata, incantata, ossessionata dal suo lavoro. Una sua cliente le chiede di curare il suo aspetto per il futuro matrimonio e la stilista le rivolgerà tutte le sue premure… le “malate” attenzioni…
Ottimo film di genere, un Maniac al femminile, malato e marcio. Una predatrice morbosa colleziona trofei, ma resta una creatura solitaria, triste, incapace di relazionarsi, con le sue fantasie disturbanti.
Grande prova di Najarra Townsend, capace di emozionare anche nella sua brutalità, mette in mostra un’empatia sin dalla prima sequenza, fino ad arrivare alla chiusona finale…

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NIGHT IN PARADISE
2020, Park Hoon-jung

Bombone coreano da paura! Torna alla regia Park Hoon-jung che dopo lo strepitoso New World del 2013 (capolavoro senza discussione) conferma il suo talento dietro la macchina da presa. Drama-noir-revenge sanguinoso e doloroso, ritmo pazzesco, adrenalina alle stelle, regia di altissimo livello… E revenge finale epico; sangue e lacrime. 130 minuti di grandissimo cinema… Pazzesco!

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MARIONETTE
2020, Elbert Van Strien

Dopo meno di un minuto già sapevo che mi sarebbe piaciuto di brutto: Peter Mullan sale su un tetto di un edificio indefinito, parla con le voci nella sua testa, poi si incendia.
Marianne (Thekla Reuten), psichiatra infantile, si trasferisce dagli States in Scozia per prendere servizio in una struttura specializzata. Le sue competenze sono fuori discussione e Manny (Elijah Wolf) cattura da subito la sua attenzione: il bambino sembra essere in possesso di un lato nero e oscuro dalla pericolosità imminente… Una serie di eventi strani, macabri, indecifrabili, condurranno la storia in percorsi dalla fragilità mortale. I flashback per Marianne diventano una matassa che non riesce a dipanare, non trova una via d’uscita, il gesto tragico sembra l’unica soluzione. Forse perché quando tutto sembra essere finito, quando tutto tace, quando la dissolvenza chiude, un secondo dopo riapre, come un loop. Per l’epilogo di rara bellezza.
Per me filmone!

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WE STILL SAY GRACE
2020, Brad Helmink, John Rauschelbach

Mi sono sempre chiesto nel corso degli anni perché mai un attore di spessore come Bruce Davison non abbia mai avuto un ruolo importante, un ruolo di quelli che lasciano il segno. Alla fine è arrivato: un personaggio scuro, marcio, sospetto: Harold.
Il prologo ci conduce nella casa di Harold, un misantropo bastardo che finita la cena fa ingerire alla moglie e alle due sue figlie del veleno, dicendo che è la volontà del signore… Ma era solo una prova per quando arriverà il momento giusto.
La casa di questo uomo timorato di Dio si trova nel mezzo del nulla, nell’outback della provincia americana. Padre padrone indiscusso: rapporto morboso con la figlia Sarah, rapporto complesso con l’altra Maggie (Holly Taylor strepitosa). L’equilibrio già precario si spezzerà, svanirà, sarà seppellito in una serie di eventi estremamente violenti e dolorosi. Come sovente accade nel cinema indie, la provincia americana è rifugio sicuro di storie strane, di adulteri con omicidi, incesti, faide, fatti di sangue; sonnolenta e invisibile cova e partorisce gli esseri più strani. Come d’altronde Harold: tutto ruota intorno ad Harold. Ma più ci avviciniamo alla fine della strada, più il controllo svanisce e negli ultimi trenta minuti finali (straordinari, da antologia) Harold lo capirà perfettamente…
Bomba disturbing-drama-thriller marcissimo, velenoso, subdolo e infame: Bruce Davison nel ruolo della sua vita spacca lo schermo.
Imperdibile!


Ivan Colella ha due passioni: il cinema e l’AS Roma.
Per info, suggerimenti o semplici condivisioni, scrivere a: ivancolella24@gmail.com