Caraco is the reason.

È così. Non sono costruttivo, io sono disumano, tifando la catastrofe, predicando lo spopolamento mondiale, l’abolizione della massa, l’immolazione delle folle cieche. Sono immorale, direttore d’orchestra nello scuotere l’asse dei valori, invertendo segni convenzionali. Voglio essere il colpevole, riconoscere i miei torti verso il pensiero ragionevole. Essere fiero della consapevolezza di essere nato senza averlo voluto o desiderato, di essere casualità e in quanto uomo essere inadatto all’attualità, allo stato di essere, al naturale scorrere delle cose, incapace di accettare la fine e la finitezza dell’aggregazione del materiale e dell’immateriale, alla conservazione del ricordo. Quando finalmente il tempo non sarà più, e il l’“intemporale” diverrà il quotidiano, allora non sapremo e non capiremo, ma saremo.

È così. Non ci si sottrae alla catastrofe. La massa è sempre colpevole di un’azione condivisa e mai personale, per questo è comoda in cui stare, giustificatoria, facile da usare, annullare il sé a favore del tutto impersonale, del tutto decolpevolizzante. Fare parte della massa, non fare parte dell’individuo che sceglie, agisce da solitario. L’altro è nemico dell’individuo ma allo stesso tempo la necessità imprescindibile di un’espiazione collettiva delle scelte sbagliate, delle posizioni prese, dell’indoleza, della pigrizia, dell’insuccesso, della frustrazione, della consapevolezza, del capire che non siamo e mai saremo, se non essere qui ed ora. Questa ovvia e quanto mai banale impossibilità e limitata incapacità di vivere, l’incapacità di capire il mondo. Questa dannazione condivisa sarà sempre nell’ordine delle cose, la dannazione sarà sempre. Essa coinvolge necessariamente l’accozzaglia di solitudini abortite che la compongono in una spirale senza volto. L’aspetto malvagio del meccanismo spinge inesorabilmente verso la moltiplicazione degli “individui massa”, in quanto più uomini vi sono e meno varrà l’uomo. L’essere umano non sarà mai abbastanza raro.
Chi si isola, chi si distacca dalla massa, chi sceglie di attraversare e vivere la solitudine vedrà dove sono diretti gli altri. Altri più disperati dei ciechi e dei sordi ne gettarsi della rupe della coscienza, dalla rupe del tempo, riempendo i propri occhi di consapevolezza e di impotenza divorante. Amen.


Claudia Acciarino è laureata in filosofia ed è attiva nel panorama underground di Roma. Ha curato per anni la direzione artistica del Dal Verme prima di rilevare il negozio di dischi Inferno Store. Porta avanti vari progetti musicali.