Quella volta che il Pupone andò da Tinti e Rapone.

Anno 2030 Tinti e Rapone incredibilmente riescono a portare avanti il loro Tintoria Podcast contro le previsioni di tutti. Tutti avevano scommesso che da lì a qualche anno quel format così insignificante e ripetitivo sarebbe morto e invece no, i due comici in barba alle previsioni pur non cambiando nulla del loro modo di intervistare, sono riusciti nell’incredibile impresa di non finire a chiedere le elemosina nelle metro A e B di Roma.

La puntata è la numero #1971 e l’ospite è finalmente lui, il Pupone Totti. Il set è sempre lo stesso ma oltre alla birra sul tavolino in questa puntata compare della vasellina, chissà cosa avranno in testa i due poliedrici cabarettisti.
La tensione nel teatro cresce sempre di più e per la maggior parte deriva da Tinti che è in un stato di agitazione e sudore tale da richiedere l’intervento di più truccatrici per tamponare il flusso continuo che sgorga dalla sua fronte e dal suo collo.
Le luci in sala si spengono, quelle sul palco si accendono. Entrano i due comici, applausi, inizia la puntata #1971.
Prendono posto come ormai fanno da anni, esordisce Tinti che dopo uno scambio col suo partner finisce per cedergli la parola e Rapone senza esitazione come di consueto esordisce con il suo “Come stai?”, con un tono di voce così basso da far tremare la vasellina sul tavolo.
Il fragore in sala è talmente alto che copre facilmente il tono di voce di Rapone.

Ancora una volta questa battuta ha fatto centro.
Si va avanti qualche minuto ma ormai i tempi sono maturi è ora di chiamare l’ospite della puntata, il Pupone Totti.
Eccolo che entra, gli anni sono passati per tutti ma per lui no, è ancora in una forma fisica invidiabile, la cosa che fa più impressione è la sua faccia identica a quando solcava i campi da calcio e incantava tutto il mondo coi suoi cucchiai.
Si accomoda e tra gli applausi e l’agitazione di Tinti Totti esordisce col suo tipico “AO”. Tinti dopo quel gergo romano utilizzabile praticamente per qualsiasi cosa ha un piccolo svenimento l’emozione gli sta giocando un brutto scherzo intervengono i paramedici ma sembra tutto a posto l’intervista può continuare.
Rapone prende in mano l’intervista e chiede al pupone “Come stai?” E tra le risate ancora più fragorose Totti risponde “AO…”.
Rapone ride Totti ride ma a preoccupare è Tinti che dopo la sua apparente ripresa inizia a ridere in una maniera quasi preoccupante, una risata isterica quasi paragonabile ad un soggetto dell’autore H.P. Lovecraft che si imbatte in qualche entità fuori dalla concezione dell’umana coscienza.
I paramedici sono costretti ad entrare di nuovo questa volta ben illuminati dalla luce si riesce ad intravedere la loro immagine ben lontana dall’apparenza umana per come viene concepita normalmente.
Sono magri quasi scheletrici hanno una consistenza simil legno che se fissata troppo a lungo può portare alla perdita del sonno anche della persona più razionale della Terra.
Si avvicinano a Tinti in una maniera quasi “burratinesca”, comici fino all’inverosimile si agitano sul comico con un fare confuso tra le risa sempre più forti del pubblico.
Totti e Rapone non possono far altro che guardare la scena.
Rapone chiede a Totti ”come stai?” al che la vecchia gloria risponde ”AO…” Rapone ride il pubblico non si tiene più, il teatro è troppo stretto le risa ormai sono incontenibili.
Le condizioni di Tinti non migliorano, durante il tentativo di soccorso da parte dei burattini medici un flusso dorato si fa spazio tra i pantaloni del comico, Tinti si sta facendo veramente la pipì addosso proprio durante l’intervista che aspettava da tutta la vita.
Quello che stupisce adesso è che il flusso dorato sembra allontanarsi in una maniera quasi cosciente, si fa spazio tra i burattini scende il palco sembra dirigersi tra il pubblico.
Totti commenta ”AO…” Rapone ride il pubblico sembra essere entrato in un loop isterico di risa che adesso è simile ad una nenia inquietante e ripetitiva.
Il flusso dorato raggiunge quello che sembra un mangianastri da dove sembrano partire le risate, il segreto del podcast è bello che svelato ormai.
Si crea un cortocircuito dovuto al contatto del liquido dorato e la scocca di plastica piena di cavi e nastri che azionano il marchingegno che a quanto pare veniva usato per simulare le risate isteriche di persone che non erano mai esistite.
L’apparecchio fa fumo, fiamme escono e iniziano ad alzarsi Totti e Rapone totalmente immobili commentano la scena con un solito ”Come stai?” ”AO…”.

Le loro due figure che fino a quel momento sembravano le più sane iniziano a sembrare altrettanto losche ed inquietanti.
Si girano verso Tinti che dopo qualche minuto in mano ai paramedici burattini aveva completamente perso i sensi.
Tra lo sguardo indifferente di Totti e Rapone è presto svelato il perché della presenza della vasellina sullo stage, era stata usata per lubrificare l’orifizio di Tinti che ormai completamente nudo si trova in balia dei paramedici burattini, di Totti e di Rapone.
Totti dopo un apparente immobilità per la prima volta dall’inizio dell’intervista inizia a compiere dei passi verso il comico ormai incosciente.
Ad ogni passo Totti sembrava perdere brandelli di pelle, Rapone che sembra ormai un lontano ricordo del comico dalla voce bassa che faceva scompisciare il pubblico di Tintoria lo segue come se fosse lui stesso l’ombra del pupone.
Mano nella mano sono ormai al cospetto di quello che una volta era Tinti ridotto ormai ad un essere vegetale il suo orifizio si era trasformato in un portale dimensionale dove al cospetto Totti non sembrava per nulla scosso.
In tutto questo Totti del tutto spoglio della propria pelle ridotto ad una forma che sembrava più un rettile che un umano conduceva Rapone nell’orifizio dimensionale dell’ormai ex comico.
In un teatro ormai avvolto dalle fiamme causate dalla combustione del mangianastri Totti avanzando con Rapone nel portale pronuncia parole che perseguiterebbero qualsiasi persona dotata di coscienza.
”Il mio nome è…”
Prima che questo nome potesse esser udito da qualcuno il portale si chiude, i paramedici burattini cadono a terra come se qualcuno avesse tagliato loro i fili che li muovevano.
Il teatro crolla su se stesso ridotto ormai a cenere non rimane più nulla di quello che ormai un tempo era considerato il tempio della comicità.
Come se fosse stato dato in dono ad una divinità finisce lì Tintoria con la puntata #1971.
Un omaggio forse troppo grande ma troppo grande solo per chi non era interessato a scoprire il nome di Totti.


David Tora nato a Roma il 3 luglio 1990. Disilluso Laziale e filorusso. Ho detto fin troppo