Proteggi la mia Terra – Sogni, fiori e reincarnazioni.

Nel mondo del fumetto giapponese sono quasi sempre state le donne a portare le innovazioni maggiori. Quale che sia stata l’epoca, però, la rivoluzione non è mai stata violenta o fragorosa. Tipico della donna giapponese è il passo dolce, silenzioso, presente ma quasi invisibile. La rivista “Hana to Yume”, letteralmente “Fiori e sogni”, è un grandissimo esempio di come a passo felpato la rivoluzione si sia insinuata tra le macchie d’inchiostro e i cuori dei lettori, anzi, delle lettrici.


“Hana to Yume” esce nel maggio del 1974, inizialmente come mensile ma si trasformerà in un quindicinale meno di tre anni dopo, visto lo straordinario successo di vendite. A cui, e non è scontato, hanno dato un buon contributo anche gli autori uomini che negli anni ‘70 erano ancora protagonisti di un settore che si ostinava a resistere ai cambiamenti sociali e culturali. Il primo grande successo di “Hana to Yume” fu “Glass no kamen” di Suzue Miuchi, che non vi dirà nulla anche se in realtà vi è familiare come la faccia di Ambra Angiolini. Lo conoscete come “Il grande sogno di Maya” e vi è rimasto impresso per le prove quasi da tso che la protagonista ha dovuto superare. Ad affiancare Maya arrivano molte altre serie dai generi disparati, tutte dal target shojo (femminile) ma ognuna diversa dall’altra per genere e stili di narrazione. Ma è sul finire degli anni ‘80 che esplode Saki Hiwatari, autrice del segno del cancro, che su “Hana to Yume” è una piccola star, presenta tanti manga tra cui “Kioku Senmei” con protagonisti dei ragazzi dotati di poteri ESP braccati da un’agenzia che si occupa di fenomeni paranormali. Ben presto dalle ceneri di questa serie nasce lo spin-off “Boku to Chikyuu wo Mamotte” (Proteggi la mia Terra) che ogni 15 giorni delizia tutto il fandom della rivista e semina, nel vero senso della parola, il terreno per i manga che verranno negli anni a seguire. Non sarà un successo commerciale alla Sailor Moon, ma non pretende neanche di esserlo. Lascerà il segno, comunque, per almeno due generazioni.

Una storia new age.

Arisu e la sua famiglia si trasferiscono a Tokyo dalla campagna giapponese. Arisu, dai lunghi capelli neri, è chiusa, timida, introversa ma non scostante. Preferisce le piante agli esseri umani perché da sempre le sente parlare e quello che le torna indietro è molto più di quello che qualunque essere umano intorno a lei riesca a comunicarle. La nostalgia da cui Arisu è affetta è strana: pensa sempre di voler tornare. Non sa dove. Non è il suo paese di campagna che le manca. Dentro di lei, una qualche consapevolezza sta per nascere. E cresce quando sorprende i suoi compagni Jinpachi e Issei in atteggiamenti intimi. Inizialmente crede che i due stiano insieme, ma per toglierle ogni dubbio, i ragazzi le raccontano dei loro strani sogni nel quale sono un uomo e una donna, scienziati, che osservano la Terra. Con loro ci sono altre cinque individui, tutte persone di scienza, che vegliano sul pianeta. La base sembrerebbe essere sulla Luna, ma è tutto molto nebuloso.
Purtroppo, la situazione di Arisu a casa è tosta: il suo vicino di casa, Rin, è un bambino di 7 anni dispettoso che addirittura le sputa un chewing gum in bocca lasciandola shockata. Come se non bastasse, un fine settimana pretende che la ragazza gli faccia da baby sitter. Dopo una giornata allo zoo, però avviene l’inevitabile: a causa di uno schiaffo datogli da Arisu, Rin vola dal settimo piano e va in coma. Al suo risveglio nulla sarà più lo stesso. E mentre Arisu comincia a fare gli stessi sogni dei suoi compagni, Rin sviluppa dei poteri ESP e sembra voler a tutti i costi impossessarsi della torre di Tokyo, mettendo in mezzo mafia, teppisti e figure politiche…

In mezzo a questa storia, che vede coinvolti dei ragazzini delle superiori in qualcosa di più grande di loro, ci sono reincarnazioni, spiritualità, flashback e flashforward, che vent’anni dopo, in un media completamente differente, faranno la fortuna di serial televisivi come “Lost” ed “Heroes”.



Base Luna.

Incredibilmente, a tenere banco davvero nel corso della storia non sono i ragazzi protagonisti ma le loro passate incarnazioni. Nel tentativo di non ripetere le tragedie successe sulla base lunare, i ragazzi si invorticano in relazioni che inevitabilmente riportano al passato ma soprattutto le “coscienze” degli scienziati si risvegliano e i ricordi dolorosi sono il motore per ogni azione e reazione. Su tutti, a dominare, sono i rimorsi dovuti agli errori compiuti. E quella più interessante di tutti risulta essere Mokuren, la controparte di Alice, che rappresenta la dualità dell’essere umano: Mokuren è una Sarjarian, una vergine devota alle divinità del suo pianeta, riconoscibile tramite una Kiches, una specie di croce che compare sulla fronte di ogni Sarjarian, ma è allo stesso tempo una biologa che ha scelto di studiare il pianeta Terra di cui è innamorata fin dall’infanzia. Il suo desiderio di voler toccare quel pianeta azzurro la porta sulla Luna in un percorso che le farà perdere molte cose e conquistarne delle altre. Temi come l’omicidio, il suicidio, la violenza sessuale, la religiosità, lo scontro tra scienza e religione sono il perno centrale della storia in un continuo scambio di vedute tra presente e futuro, sogno e realtà nei quali nessun personaggio resterà immacolato.

La rinascita dello shojo manga in Italia e il suo declino in un solo titolo.

In Italia, “Proteggi la mia Terra” è arrivato nel 1998, nel periodo della rinascita dei manga in Italia. Fin da subito ha conquistato il cuore di molti lettori, lasciandone altrettanti scontenti. La storia lenta e poco prevedibile, la pubblicazione mensile e il formato sottiletta (mezzo volume giapponese) non aiutarono né i lettori innamorati della pacatezza della storia, né i detrattori. Oltre a questi problemi, “Proteggi” si scontrò con la concorrenza, altri manga dal target shojo, più prevedibili e lineari ma soprattutto trainati da una serie televisiva in onda in televisione: “Piccoli problemi di cuore” su tutti. Per un po’ di tempo difficilmente si sarebbero letti degli shojo manga non trainati da un cartone animato. Il giudizio degli editori era stato emesso: gli shojo non vendono. Il manga della Hiwatari venne relegato nelle sole fumetterie, al tempo non così numerose, e continuò la sua corsa silenziosa verso il finale.


Eppure, anche “Proteggi” aveva la sua serie animata: sei episodi creati per il mercato dell’Home video, di altissima qualità, ma che senza aver letto il manga restituiscono ben poco allo spettatore. Yamato video la commerciò quasi in contemporanea con l’edizione italiana del manga. Fosse andata in televisione, avrebbe avuto più fortuna. Ma i temi erano per l’epoca ancora scabrosi per un prodotto del genere e le censure avrebbero stravolto il prodotto. Troverà fortuna su Gay.tv, ma solo per un pubblico veramente ristretto.
In ogni caso, lo zoccolo duro dei fan del manga rimase fedele al titolo e le pagine della posta dei lettori (che oggi sono solo un ricordo lontano) esplodevano di lettere che spesso non parlavano del manga in sé, ma di storie di vita, esperienze paranormali, addirittura di reincarnazione. L’effetto mistico e new age di “Proteggi” era arrivato al cuore dei lettori e su tutto dominava la nostalgia. Quel “Voglio tornare” che Arisu ripeteva sempre per i lettori era una consapevolezza maggiore. Tutti volevano tornare, mese dopo mese, sulle pagine di un manga che non a caso arrivava dalle pagine di una rivista chiamata “Fiori e sogni”.
Oggi “Proteggi” è tornato in libreria in una nuova edizione in 12 volumi da più di 300 pagine l’uno, il pubblico è cambiato, ma in un panorama manga nel quale predominano i tizi che se le danno di santa ragione, il bisogno di un titolo che portasse lentamente i lettori in un vortice di sogni, deliri e religione mancava come l’aria.


Nino Giordano nasce a Palermo nel 1981. Da 22 anni lavora nel mondo dell’editoria, prima come traduttore e dialoghista per Star Comics, Panini, Dynit, Canal Jimmy e Giochi preziosi e poi come editore per l’etichetta indipendente LGBT Renbooks. Nel 2010 è stato l’artefice del rilancio di Sailor Moon in televisione in collaborazione con Toei, Kodansha, Mediaset e Giochi Preziosi. Tra le sue passioni la musica trash con la quale si diletta nei locali con lo pseudonimo d Dj Cessa.