“Structure and Synthesis. The Anatomy of Practice”, finalmente il libro di Mark Fell.

A novembre Urbanomic ha pubblicato questa densa antologia di scritti di Mark Fell. Costui, per chi non lo sapesse, è stato uno dei personaggi più influenti dell’elettronica sperimentale dell’ultimo quarto di secolo, con una serie di dischi usciti a suo nome e attraverso il duo snd.
Il titolo, Structure and Synthesis. The Anatomy of Practice, sembra rivolgersi a oscuri trattati filosofici, quasi politici, sull’origine del suono. E infatti nel libro ci sono anche articoli di questo genere, che non hanno paura di andare oltre tali tematiche e che non si limitano affatto a parlare di musica, ma che spesso si addentrano in questioni ontologiche di diversa natura. Il risultato è quindi molto vario nel complesso. Ci sono momenti più autobiografici, come il saggio che apre il libro, uniti ad altri scritti apparsi su riviste, libri o usati per conferenze e installazioni multimediali. Si discute di Richard Rorty, Heidegger, il neurofenomenologo Varela, Baumgarten, Husserl, Terre Thaemlitz, …

Tra i testi anche un’interessante appendice titolata Notes for Lectures on the History of Independent Electronic Music, suddivisa in “Pre-Techno”, “House and Techno”, “Post-Techno” e “Things that don’t easily fit into the above framework”.
Tutto questo per dire quanto è stato grande lo sforzo di personaggi del genere per provare a creare sonorità inedite. Non è bastato mettersi davanti alle macchine e suonare, ma qualcuno ha spremuto le proprie meningi prendendo nota da libri e pensatori anche distanti da chi si occupa di musica, creando grafici analitici, stilando liste, scrivendo testi. Qualcuno ha sentito l’esigenza di provare a ragionare sul suono da un certo punto in poi della storia della musica – ovvero, in sostanza, da dopo la fine dell’era rave – per cercare di capire se prima o poi arriverà un “altro futuro”, con lo stesso fortissimo impatto mitopoietico.
Probabilmente questo è il vero valore di un libro del genere. (Ho detto “probabilmente”)

La densa playlist, che funge da ulteriore appendice multimediale, selezionata appositamente da Mark Fell, con i brani citati in Structure and Synthesis. The Anatomy of Practice, è davvero preziosa, e offre l’opportunità di “toccare con mano” e ragionare, ancora una volta, sulla nascita di certe sonorità e in generale sullo statuto del suono nell’epoca della sua riproducibilità tecnica e oltre.
Può sembrare scontato, ma sfogliandolo si respira una certa religiosa predisposizione per il concetto di glitch. La cosa è valorizzata ulteriormente dal lavoro grafico di Joe Gilmore, graphic designer inglese, collaboratore di Planet Mu, ma risulta evidente anche per il fatto di essere dedicato alla memoria di Peter Rehberg, in arte Pita, come si legge nell’ultima pagina del libro.


Riccardo Papacci è co-fondatore e CEO di Droga. Ha scritto un libro (Elettronica Hi-Tech. Introduzione alla musica del futuro) e ne ha in cantiere un altro. Collabora con diverse riviste, tra cui Not, Il Tascabile, Esquire Italia, Noisey, L’Indiscreto, Dude Mag.