Romanzo suddiviso in tre parti: Altrove, Huper Vision e Iperdenti.
Genere: Fantascienza di Borgata
Il romanzo, ambientato a Roma Est, all’interno di un centro di scommesse sportive in prossimità di borgate periferiche, e scritto in prevalente accento romanesco, nel titolo allude a un gioco virtuale, nel quale vengono risucchiati i personaggi. Tean, Aida, Juri e Tim non sanno tuttavia di essere intrappolati all’interno di quel gioco, in cui accadono eventi incomprensibili. Nel gioco si sviluppa infatti la misura stessa della tridimensionalità, che gli è connaturata, per abbracciare altre dimensioni: mondi filiformi, in grado di generare altre realtà, tutte distorte. Così, nei pensieri e nelle azioni i personaggi saltano da uno stato all’altro, senza rispetto delle regole temporali. L’incomprensibilità delle azioni è frutto della logica del gioco, che invade la loro coscienza; e proietta il presente, che i personaggi vivono o credono di vivere, verso una deriva onirica e ferocemente surreale. Si tratta di un romanzo ciclico che nella sua struttura riproduce le gabbie virtuali che sono parte della condizione odierna.
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RV0 – L’emigrazione dei pensieri- Episodio 21 – Ultimo episodio.
Nell’insieme di questo tumulto di persone che la macchina risucchia, si sentono voci da fuori le mura, come se il tutto fosse una sfera di olio. Scivolano le voci come echi da sottili superfici fondono le lingue senza essere del tutto vive. I denti sono come fissi in pareti mobili di altra dimensione, fisicamente impercepibili ma di pelli i corpi alloggiano, come strati di cipolla, uno dietro l’altro sonnecchiano in sogni sfuggenti. Quando la mattina si fuma con sguardo congelato, fissando i tendini degli alberi. Astrarsi, distrarsi, farsi trascinare da incanti brevi, in paesaggi che si svuotano in secondi. Anche quando parlano con gli altri, l’atmosfera sembra triplicarsi in tonfi fidati, caldo tepore, torbido fondo, in tempi ridotti. Masticare con attenzione l’alimento nuovo, perché il taglio è più morbido, il tocco leggermente forte, digrignare. Pensare che la forte scossa non sapeva di terremoto ma di labili sfiori, ordigni congiunti in lastre di ghiaccio dopo la tempesta bianca, di non facile cognizione. Le teste glitch nello spazio ondeggiano come fossero di altre membrane. Aida non riesce a focalizzare gli aloni sotto i piedi, le sembra di essere in sospeso, nemmeno il fiato ha peso. Un po’ stordita ma vigile in movimenti sotterranei di un’altra concezione, tormentata da altri occhi noti, ora visualizzati da migliaia di righe rosse in orizzontale, il suo corpo è coperto da linee verticali verde acqua. Sente di trasformarsi in un disegno programmato non si sa da chi, da Oki non di certo. I pensieri cominciano a emigrare dalla mente per roteare intorno a lei, in lettere scomposte, in disordine la luce che vi emana da loro è di una strana provenienza irriconoscibile, indecifrabile nel presente. Aida, presa da attacchi improvvisi di elettricità, si muove nello spazio come un animale, a scatti sfocati in pezzi di puzzle la sua testa forma altri aloni, come una superluna. Sarà il vuoto della mente, l’emigrazione dei pensieri, forse la causa di questo tornado che ora Aida finisce per trasformare.
Jonida Prifti, poeta/performer e traduttrice dall’albanese all’italiano e viceversa, nata a Berat (Albania) nel 1982, è emigrata in Italia (Roma) nel 2001. Tra le pubblicazioni: Non voglio partorire…(Alfabeta2); Ajenk (Transeuropa); il saggio Patrizia Vicinelli. La poesia e l’azione (Onyx); Rivestrane (Selva) etc. Nel 2008, con Stefano Di Trapani ha fondato il duo di poetronica “Acchiappashpirt”. Insieme organizzano, dal 2010, il festival annuale romano di poesia sonora “Poesia Carnosa”. www.jonidaprifti.com