Iperdenti. Episodio 20. La gente sono io.

Romanzo suddiviso in tre parti: AltroveHuper Vision e Iperdenti.

Genere: Fantascienza di Borgata

Il romanzo, ambientato a Roma Est, all’interno di un centro di scommesse sportive in prossimità di borgate periferiche, e scritto in prevalente accento romanesco, nel titolo allude a un gioco virtuale, nel quale vengono risucchiati i personaggi. Tean, Aida, Juri e Tim non sanno tuttavia di essere intrappolati all’interno di quel gioco, in cui accadono eventi incomprensibili. Nel gioco si sviluppa infatti la misura stessa della tridimensionalità, che gli è connaturata, per abbracciare altre dimensioni: mondi filiformi, in grado di generare altre realtà, tutte distorte. Così, nei pensieri e nelle azioni i personaggi saltano da uno stato all’altro, senza rispetto delle regole temporali. L’incomprensibilità delle azioni è frutto della logica del gioco, che invade la loro coscienza; e proietta il presente, che i personaggi vivono o credono di vivere, verso una deriva onirica e ferocemente surreale. Si tratta di un romanzo ciclico che nella sua struttura riproduce le gabbie virtuali che sono parte della condizione odierna.

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Immagini da: (H)earth di Sante Simone, collage digitale, 2020 

RV10 – La gente sono io. – Episodio 20

Le labbra carnose di Juri scivolano sul collo bagnato di Tean, come due onde divise attraversano le vene. Il vibrare delle pelli non può che essere reale. Impossibile che anche questa volta sia un sogno. Ti vedo. Ti tocco. Vedo i tuoi occhi aperti mentre mi baci. Riesco a entrare dentro come fossimo un occhio solo.

– È possibile che tu sia qui? Come hai fatto a uscire?

– Sono montato e sono venuto. Che differenza fa?

– No, nessuna. Comunque ecco la tua giocata! Per fortuna Franz l’aveva scambiata per la sua. È stato carino a consegnarmelo. Se lo poteva tenere, visto che è vincente. Certo, 36 euro sono uno sputo rispetto a quello che vince lui. Tanto rumore per 36 euro!

– Buttali via! Riesci a trovare 36 euro per strada?

– Be’, così dal nulla no.

– Ecco. Mia madre raccoglieva per strada anche i centesimi. Comunque, mi scappa la pipì e qui non c’è nemmeno un bagno. Vado dietro quel mausoleo.

– Ma Tean, ci passa la gente!

– E tu pensa che la gente sono io.


Jonida Prifti, poeta/performer e traduttrice dall’albanese all’italiano e viceversa, nata a Berat (Albania) nel 1982, è emigrata in Italia (Roma) nel 2001. Tra le pubblicazioni: Non voglio partorire…(Alfabeta2);  Ajenk (Transeuropa); il saggio Patrizia Vicinelli. La poesia e l’azione (Onyx); Rivestrane (Selva) etc. Nel 2008, con Stefano Di Trapani ha fondato il duo di poetronica “Acchiappashpirt”. Insieme organizzano, dal 2010, il festival annuale romano di poesia sonora “Poesia Carnosa”.  www.jonidaprifti.com