Ci sono tanti modi di raccontare le storie e ci sono tanti modi di farle sedimentare in noi.
Ci sono storie cortissime con apici giganteschi e storie lunghissime piatte.
Poi ci sono io che non so come si possa ricordare tutto.
Questa piccola poesia si chiama:
Tua moglie chioma.
Ho una chioma da dio,
ti potrei raccontare in 31 modi
l’infinità di forme dei miei bellissimi capelli.
Sento odore di tartufo appena aperto la porta,
non l’aprivo a quest’ora da 4 giorni.
Qui è tutto uno specchio
è il percorso scavato in giardino
con il motorino senza assicurazione.
I miei capelli hanno quell’odore
e l’odore della stanza del boiler.
I capelli sono tutti miei, anche quelli degli altri.
Sono stato in tutti i posti del mondo
ho ucciso una tigre a 13 anni.
Sto per affrontare il colloquio della mia vita
mi sono vestito davvero bene ma punto tutto sui capelli.
Ho sedimentato 7 mesi di video.
Non ho più una storia da raccontare, mi annoio.
Sono una piccola voglia di litigare…
Sono una risposta, la tua risposta.
Schiaccio i piedi, sguaino la testa capocchiata
dal cappello largo.
Parliamo per 3/4 d’ora.
Appoggio il computer dentro se stesso, l’ho capito.
Mi ha fissato il bosco.
Mi ha stuprato con quelle pupille innamorate,
ma ero già sopra di lui e gli ho fatto riordinare casa,
ho litigato con sua moglie e pisciato nel lavandino della cucina,
non mi prenderanno anche questa volta.
Giacomo Laser poeta nato a Ivrea. Si occupa del tempo e della schiavitù nel corpo di un bel ragazzo. Dio del sole/Eliogabalo riceve solo su appuntamento per te anima giudiziosa. Lo trovate ma poi non più.